Escursione
Nerano – Baia di Ieranto
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Dati tecnici
Escursione
Collina – Mare
Segnaposto
Verde – Blu
Periodo consigliato
Tutto l’anno
Difficoltà
- Media
Dislivello
Percorrenza
Durata
- 40 minuti (discesa), 1 ora (salita)
Questa senz’altro è una delle passeggiate più belle che si possano fare all’interno dell’Area Marina Protetta. Al termine della passeggiata si giunge alla spiaggetta di Ieranto, che sicuramente è una delle più belle con vista su Punta Campanella e sui Faraglioni di Capri.
Il sentiero ha inizio dalla piazzetta di Nerano, e precisamente dalla strada che conduce alla Marina del Cantone (via A. Vespucci); a destra, pochi metri oltre la piazza, c’è via Jeranto, un lastricato in leggera pendenza. Iniziata la passeggiata, si vede immediatamente la costa con gli isolotti dei Galli. Il sentiero prosegue in piano fino ad un altro punto molto panoramico: Villa Rosa, dove Norman Douglas scrisse il suo Siren Land. Da qui si può ammirare il borgo marinaro del Cantone con la sua spiaggia piuttosto estesa che abbraccia le acque del golfo di Salerno.
Il sentiero inizia ora a scendere per inoltrarsi negli arbusti della macchia mediterranea (carrubo, roverella, lentisco, euforbia e olivi in terrazze) che a tratti circondano il tracciato quasi come se fossero dei tunnel di verde. Di tanto in tanto sarà bene gettare l’occhio alle pareti calcaree del Monte San Costanzo con le sue suggestioni.
Lasciando ora sulla destra delle piante di fichi selvatici, il tracciato diventa più impegnativo per la sua pendenza e per i sassi che sporgono dalla terra battuta. Ci si avvicina, dall’alto, alla zona di Mortella (un lido che segue la spiaggia dei Tedeschi), raggiungibile oggi solo via mare. Sulla sinistra inizia a comparire il promontorio di Montalto. Il sentiero si apre in una vista circolare davvero spettacolare; quest’ultima avrà il suo punto di fuga da un lato sulla Punta Penna e dall’altro su Punta Campanella, “tenute assieme”, al centro, dall’mmagine superba offerta dall’isola di Capri con i Faraglioni.
A questo punto è evidente la conformazione geomorfologica a Tre Pizzi del promontorio che, con molte probabilità, ha contribuito all’assegnazione storica del toponimo. Infatti, l’etimologia della parola Jeranto deriva forse dal greco Jerax, che significa appunto rapace. Questo enorme “rapace” di roccia, simbolicamente ad ali spiegate, pare giustificare il ruolo di altura prediletta dal Falco Pellegrino, quasi come se fosse un ancestrale santuario ornitologico.
E’ importante ricordare che il rapace sia tornato in tutta tranquillità a nidificare in questa zona anche grazie alla ritrovata serenità fiorita con l’istituzione della Riserva. Si spera allora che sia accolto l’invito a non inoltrarsi sul crinale di Punta Penna per evitare di infrangere la tranquillità di cui la rara specie ha bisogno.
Al bivio si sceglie adesso se proseguire verso la torre cinquecentesca di Montalto (ammirevole esempio del sistema difensivo costiero risalente al periodo vicereale), o inoltrarsi per l’antica scala in gradoni che conduce alla piccola spiaggia di Capitiello. Si consiglia di porre molta attenzione, scendendo questa gradinata, in quanto il suo stato è di totale abbandono. In ogni caso i due tracciati sono collegati fra loro da un piacevole passaggio nella tenuta terriera del F.A.I., ove fa da padrona la frescura ristoratrice degli olivi in terrazze.
Negli anni passati Ieranto è stata una cava per l’estrazione di pietra calcarea ed è chiara la parte di montagna mancante, come sono chiare le tracce dell’insediamento industriale che ora appartiene chiaramente all’archeologia industriale.