Uno dei tanti sequestri di datteri pescati illegalmente nelle acque dell'Area Marina Protetta di Punta CampanellaUna vera e propria task force per controllare le acque protette del Parco Marino di Punta Campanella. In campo, o meglio, in mare, tre mezzi navali e 20 uomini della Guardia Costiera, per un totale di oltre 400 ore di attività e di 2.500 miglia marine percorse.
L’operazione va avanti dal novembre scorso ed è coordinata dal Comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, il Capitano di Fregata Savino Ricco. L’intensificazione dei controlli è stata possibile grazie alle numerose denunce e alle richieste di finanziamento avanzate dal Parco Marino di Punta Campanella al Ministero dell’Ambiente. Sono stati così sbloccati dei fondi con cui sono state finanziate le spese per il carburante e per il personale impiegato nella task force. Nel mirino pescatori di frodo, che razziano illegalmente le due zone A di riserva integrale del Vervece e di Vetara, e soprattutto i datterari che, nonostante le numerose operazioni di polizia marittima degli anni passati, continuano a deturpare i preziosi fondali della costiera per prelevare il mollusco dalla roccia. La task force ha avuto un grande impatto innanzitutto per prevenire attività illecite. Con un tale dispiegamento di uomini e mezzi, infatti, molti malintenzionati hanno preferito desistere dal compiere azioni illegali. E laddove la prevenzione non è bastata si è provveduto a colpire duramente quanti sono stati colti a pescare illegalmente nelle acque del Parco. I controlli sono stati 735 e sono state elevate 12 sanzioni, di cui 8 amministrative e 4 penali. Cinque i sequestri effettuati, 2 amministrativi e 3 penali. E alla fine, ci sono stati anche 3 arresti, la settimana scorsa, quando gli uomini della Guardia Costiera, in collaborazione con i Carabinieri, hanno prima pedinato e poi fermato tre datterari intenti a distruggere la costa nei pressi della Conca Azzurra a Massa Lubrense. Per loro sono scattate le manette, oltre al sequestro dell’imbarcazione, di 30kg di datteri e degli attrezzi utilizzati per estrarre il mollusco dalla roccia.
Il bilancio definitivo della vasta e duratura operazione è senzaltro positivo, sia per l’opera di prevenzione messa in campo sia per le attività repressive.
“Esprimo particolare soddisfazione per i risultati conseguiti – dichiara il comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, il Capitano di fregata Savino Ricco – In particolare per la possibilità che la Guardia Costiera ha avuto di fare attività di prevenzione per contrastare il fenomeno, resa possibile con un contributo finanziario ottenuto dal Ministero dell’Ambiente grazie all’interessamento della Direzione dell’Area Marina Protetta ed alla sensibilità del Reparto Ambientale Marino del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Fare prevenzione significa evitare ‘a monte’ la deturpazione di uno dei tratti di costa più belli del nostro paese ed è sicuramente un’attività più proficua di un’azione di sequestro di datteri di mare, in quanto quest’ultima presuppone che lo scempio sia già avvenuto”.
Soddisfazione espressa anche dai vertici del Parco Marino: “I controlli più assidui hanno di sicuro ridotto la presenza di pescatori di frodo e datterari rispetto agli anni passato – afferma Davide Gargiulo, Presidente dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella – Bisogna proseguire su questa strada e rendere costanti queste attività di prevenzione. Contiamo sull’aiuto e la disponibilità del Ministero dell’Ambiente per poter tutelare appieno questo straordinario patrimonio ambientale.”