Antonino Miccio, direttore del Parco Marino di Punta Campanella, è il nuovo Presidente nazionale dell’AIDAP, l’Associazione dei Dirigenti dei parchi e delle Aree Protette italiane. L’assemblea lo ha eletto all’unanimità venerdì scorso presso la sede del Parco regionale dell’Appia Antica a Roma. Miccio, che da 8 anni dirige la Riserva Marina di Punta Campanella, succede a Nino Martino, direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. La scelta dell’assemblea, che rappresenta quasi tutti i parchi nazionali, regionali e le aree protette italiane terrestri e marine, si è orientata quindi verso un dirigente di un’area marina in un momento molto delicato per i parchi marini italiani a causa dei continui tagli. Ad incidere nella scelta l’ottimo lavoro svolto da Miccio in questi anni in un’area complessa e difficile come quella di Punta Campanella tra le costiere sorrentina e amalfitana e al centro dei golfi di Napoli e Salerno.
L’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e Funzionari Aree Protette) è un’associazione nata nel 1989 con l’obiettivo di promuovere la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e svolgere un forte ruolo di rappresentanza per le esigenze del sistema dei parchi e delle aree protette italiane.
L’elezione di Miccio è accolta con entusiasmo dal Presidente del Parco, Davide Gargiulo: “Faccio i migliori auguri al direttore Miccio con il quale in questi anni abbiamo condiviso numerosi successi e tante difficoltà. La sua nomina è anche un premio per l’Area Marina di Punta Campanella e per l’intera penisola sorrentina”.
“Ringrazio l’assemblea per la fiducia posta nei miei confronti. E’ un onore per me rappresentare i dirigenti dei Parchi Nazionali italiani e porterò avanti la carica con grande impegno e serietà – dichiara Antonino Miccio – A cominciare dalla battaglia per la sopravvivenza delle Aree Marine Protette, troppo mortificate in questi anni da tagli pesantissimi e incomprensibili”. E proprio la questione delle Aree Marine rappresenta la sfida più difficile del momento. Il settore è in crisi, messo in ginocchio dai continui e reiterati tagli degli ultimi anni. Nell’ultimo decennio i fondi stanziati dal Ministero dell’Ambiente per le Aree Marine Protette sono diminuiti di oltre il 70%. Nel 2001 le AMP erano 17 e potevano contare su 16 miliardi delle vecchie lire (circa 8,5ml di euro). Poi la crisi del 2008 e i tagli orizzontali di Tremonti hanno cominciato a devastare il sistema dei Parchi Marini a colpi di mannaia. Nel 2010, infatti, quando intanto le A.M.P. erano diventate ormai 27 (quasi il doppio rispetto a 10 anni prima) i fondi stanziati erano appena di 7 ml di euro. Dopo appena un anno, nel 2011, altro taglio devastante, lo stanziamento del Ministero dell’Ambiente per le A.M.P. è sceso a 5,6 ml di euro. Ma il vero colpo di grazia lo sta dando il governo Monti per il 2012: soltanto 3,6 milioni di euro per i quasi 30 parchi marini italiani. Una miseria, appena lo 0,0002 per cento del PIL destinato alla cura e alla tutela del mare italiano, una delle risorse più importanti del nostro paese. La crisi mette a repentaglio l’intero sistema nazionale, inserito in una più ampia rete europea e mediterranea e rischia di causare un ulteriore danno all’immagine internazionale del nostro paese, già fortemente compromessa.
“Ormai siamo al di sotto della soglia di sopravvivenza – denuncia il neo presidente AIDAP, Antonino Miccio – La chiusura delle Aree Marine Protette italiane sarebbe un fallimento senza precedenti per il nostro paese e dovrà essere assolutamente scongiurato, altrimenti i numerosi risultati raggiunti con grande sacrificio in questi anni e i tanti progetti per il futuro andranno irrimediabilmente persi”.