Firmato l’ accordo per la valorizzazione dell’isola di Eduardo
14 marzo 2024
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AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE
L’isola che fu del grande Eduardo De Filippo, per la prima volta nella sua storia recente, sarà fruibile anche per attività di interesse pubblico. È stata firmata stamattina a Napoli presso il Palazzo Reale, in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, una convenzione tra i nuovi proprietari dell’Isca, il Ministero della Cultura, la Soprintendenza area metropolitana di Napoli, l’AMP Punta Campanella, il comune di Massa Lubrense, Il Parco Regionale dei Monti Lattari e la Fondazione Monti Lattari.
L’accordo prevede una serie di progetti finalizzati alla fruizione pubblica dell’isolotto, tra cui visite guidate, azioni di conservazione e restauro archeologico, attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale.
” Per la prima volta nella sua storia recente, l’Isca, che è sempre stato un bene privato, avrà una valenza anche per il pubblico” sottolinea Lucio Cacace, Presidente dell’AMP Punta Campanella.
L’Isca è stata la dimora estiva di Eduardo De Filippo dagli anni 50 – quando l’acquistò da Vittorio Astarita – fino alla sua morte. Un sito che è sempre stato di proprietà privata e mai accessibile al pubblico. Ma la presenza dell’uomo sull’isolotto ha una storia più antica: sono presenti, infatti, importanti resti archeologici di una villa di epoca romana, con cisterna e due ninfei. Un paio di anni fa, gli eredi di Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo, hanno messo in vendita la piccola isola per una cifra di circa 10ml di euro. L’AMP Punta Campanella e il comune di Massa Lubrense provarono a esercitare il diritto di prelazione, chiedendo finanziamenti ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali. Ma l’entità dell’importo dovuto per l’acquisto non consentì di portare a termine l’operazione. E l’Isca è stata cosi ceduta a due noti imprenditori di Positano, titolari dell’Antica Sartoria. L’attenzione dell’AMP Punta Campanella sull’isolotto, che rientra nella Zona B del Parco Marino, però, è rimasta alta, con l’obiettivo di trovare un’intesa che coniugasse l’interesse privato con quello pubblico. Un accordo che è stato trovato grazie alla disponibilità dei proprietari e al lavoro portato avanti dalla Soprintendenza di Napoli che, negli ultimi mesi, ha approfondito le ricerche archeologiche sull’isola con il restauro conservativo dei resti di epoca romana, sotto la supervisione del soprintendente Mariano Nuzzo e del responsabile del sito archeologico Luca Di Franco.
“Sin dall’inizio, dal momento in cui le nostre richieste di finanziamento per esercitare il diritto di prelazione non sono state accolte per i costi davvero ragguardevoli, abbiamo aperto un dialogo diretto con i nuovi proprietari, per cercare una strada comune per la valorizzazione di questo straordinario patrimonio – prosegue il Presidente dell’AMP Punta Campanella, Lucio Cacace – Un modo per rendere possibile una fruizione pubblica di un bene privato. Grazie ai proprietari e alla Soprintendenza, siamo riusciti ad ottenere, insieme al comune di Massa Lubrense, un risultato molto importante. Questo è solo un primo passo- conclude Cacace- Seguiranno ulteriori azioni per definire altri progetti e attività che vedranno protagonista la splendida Isca”.
L’accordo è stato voluto fortemente anche dal comune di Massa Lubrense, nel cui territorio ricade l’Isca, a poca distanza dal fiordo di Crapolla, altro gioiello naturalistico tutelato dall’AMP Punta Campanella.
“Un accordo storico che restituisce alla pubblica fruizione, sebbene adeguatamente regolamentata, uno scorcio unico del nostro territorio, sia sotto il profilo paesaggistico ambientale sia per la valenza archeologica del sito – il commento dell’Assessore alla Cultura del Comune di Massa Lubrense, Sergio Fiorentino – Un accordo frutto della sinergia tra enti e privato che rappresenta il viatico di un ormai intrapreso rapporto collaborativo che sicuramente, e a breve, darà altri risultati significativi”.
Per il Soprintendente Mariano Nuzzo, “l’accordo rappresenta un passo importante verso la salvaguardia e la valorizzazione di un patrimonio unico nel suo genere, testimoniando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e soggetti privati per la tutela del nostro patrimonio storico e ambientale”.
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