Le Ville Romane

Aspetti archeologici del Parco Marino di Punta Campanella

Già dal I sec. a.C. si assiste al sorgere in tutti i punti più panoramici della costa di ville romane costruite dalla élite romana che fin dal secolo precedente aveva eletto come luogo di otia e di villeggiatura il golfo di Napoli. La imponenza e il lusso di queste dimore aristocratiche sorrentine è documentata da alcuni ritrovamenti degni della capitale.
Le terrazze sul mare della Villa di Pipiano (a sinistra del Convento della Lobra a Massa Lubrense) erano impreziosite da una lungo ninfeo nel quale si specchiava un grandioso mosaico articolato sulla parete di contenimento (lunga circa 15 metri) in una ritmica successione di nicchie e pilastri decorate con vedute di giardini, candelabri, maschere, pesci, uccelli e incrostazioni di conchiglie.
La Villa di Pollio Felice, con ambienti rivolti verso tutte le viste del golfo, aveva uno splendido portico costituito da colonne monolitiche in marmo che portava dal promontorio alla marina e un tempietto dedicato ad Ercole sul punto estremo del promontorio, dove si vedono ancora le tracce dell’approdo (leggi il nostro approfondimento sulla Villa romana di Pollio Felice).
La Villa di Agrippa Postumo a Sorrento (oggi Hotel Syrene) e quella del Convento dei Cappuccini a Sant’Agnello (oggi Hotel Corallo) esibiscono ancora oggi gli imponenti resti di piscine per l’allevamento dei pesci e di ninfei rivolti verso il mare arricchiti da cascate d’acqua.
Al Capo di Sorrento, la dependance marittima della domus, che era più a monte, è essa stessa una grandiosa villa con una vasca naturale utilizzata anche come approdo protetto.
Molte altre ville erano sul versante del golfo di Napoli, come quella del Portiglione e la Villa di Punta San Lorenzo a Massa Lubrense, dell’Hotel Vittoria a Sorrento e del Pizzo a Sant’Agnello.
La Villa sulla Punta della Campanella, preceduta da un portico colonnato verso sud-ovest, circondata da esedre disposte verso i punti più panoramici, provvista di un faro nella parte più alta e disposta a terrazze, fu con relativa certezza costruita in funzione di guarnigione militare, in concomitanza con il trasferimento della corte imperiale romana a Capri da parte di Tiberio tra il 27 e il 37 d.C. Qui giungeva la Via Minervia che proveniva da Nuceria e che fu probabilmente lastricata proprio agli inizi del I secolo d.C.
Sul versante amalfitano, a parte alcuni ruderi a Marina del Cantone e a Crapolla, troviamo due ville sulle isole. Sul Gallo Lungo la casa attuale ricopre l’antica costruzione romana, ma sono ancora visibili i resti delle cisterne e dell’approdo, mentre di fronte (sulla Castelluccia) sopravvive lo scivolo, tagliato nella roccia, per tirare a secco le imbarcazioni.
Della villa sull’isolotto d’Isca si conservano le calate a mare e i ninfei ricavati in anfratti naturali.